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I NOSTRI MEDICI

  • Dott. DANIELE CAZZANIGA
    Psicologo
    Disturbi Specifici dell'Apprendimento / Counseling / Abilitazione e riabilitazione psicologica / Sostegno psicologico per la coppia e l'individuo / Mental training sportivo

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Diagnosi e trattamento dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento

L'universo dei Disturbi Specifici dell'Apprendimento é molto vasto e complesso.

Al di là dell'elevata incidenza nella popolazione scolastica di questi disturbi, possiamo purtroppo osservare nella pratica clinica una notevole sovrastima di casi di dislessia, disortografia, discalculia e disgrafia con una grande proliferazione dei così detti "falsi positivi", ovvero bambini ai quali viene diagnosticato troppo semplicemente e rapidamente un disturbo specifico dell'apprendimento quando invece problematiche e difficoltà nella lettura e nella scrittura sono invece da imputare ad altri fattori, come per esempio una didattica a volte inefficace o deficitaria.

Ecco quindi che diventa cruciale andare molto al di là dei semplici colloqui preliminari con insegnanti e famiglie e della somministrazione di batterie standardizzate di test.

Bisogna soffermarsi su una profonda analisi dei processi cognitivi e metacognitivi dei bambini e procedere con calma e pazienza in percorsi della durata anche di cinque o sei mesi di potenziamento preliminare delle loro abilità di letto-scrittura e calcolo.

L'approccio é basato su una grande cautela valutativa e sull'approfondimento, dopo uno screening iniziale, proprio delle competenze generali cognitive e metacognitive dei bambini con sospetto di disturbo specifico dell'apprendimento. In particolare, al di là dei training di potenziamento della lettura, della scrittura e del calcolo, ci si focalizzo proprio sullo sviluppo del pensiero logico e delle abilità metacognitive dei piccoli pazienti.

La metacognizione può essere considerata una sorta di grande contenitore in cui vengono raccolte tutte le operazioni cognitive sovraordinate alle operazioni cognitive esecutive, con la funzione di coordinarle, guidarle e indurre alla riflessione.

L’importanza di sviluppare una adeguata competenza metacognitiva risiede, dal punto di vista dello studente, nella possibilità che essa offre di ottimizzare strategie di studio e in generale di approccio alle richieste scolastiche.

La letteratura scientifica internazionale è ricca di dati a sostegno dell’utilità di un potenziamento metacognitivo per gli studenti con disturbo dell’apprendimento specifico e aspecifico.

In un intervento di potenziamento delle abilità metacognitive l'attenzione è orientata a supportare nello studente lo sviluppo di quelle abilità mentali superiori che vanno al di là delle conoscenze strumentali. “Andare al di là” vuol dire sviluppare nello studente capacità di introspezione e autoanalisi, affinché possa cogliere al meglio vari aspetti di sé, diventare consapevole dei propri punti di forza e di debolezza, elaborare conoscenze precise sul proprio funzionamento cognitivo, e sulle strategie per lui più efficaci per far fronte alle diverse richieste della scuola.

L’obiettivo del potenziamento metacognitivo è di rendere lo studente “gestore” diretto dei propri processi cognitivi, affinché egli possa dirigerli attivamente secondo le proprie valutazioni e indicazioni operative.

Il potenziamento delle abilità metacognitive prevede quattro fasi, tutte applicabili sia a bambini che ad adolescenti, in una relazione che tiene ovviamente in considerazione il grado di maturazione e comprensione dello studente e quindi che spinga ad utilizzare un linguaggio e strumenti di comunicazione differenti:

 

  • fornire conoscenze sul funzionamento cognitivo generale:
    ad esempio spiegare in maniera accessibile allo studente quali sono i diversi sistemi di memoria (memoria di lavoro, memoria a breve e a lungo termine, memoria procedurale, memoria semantica, memoria visiva e uditiva, etc.) e come egli può servirsene in maniera strategica per lo studio;
  • stimolare la consapevolezza dello studente rispetto al proprio funzionamento cognitivo:
    per aiutare lo studente a prendere consapevolezza del proprio funzionamento cognitivo, l’operatore potrebbe chiedergli, ad esempio, di pensare ad alta voce (quindi verbalizzare) mentre risolve un problema di matematica e di registrare il monologo cognitivo che ne deriva. In questo modo lo studente potrà riascoltare il proprio flusso di valutazioni, ipotesi e decisioni;
  • aiutare la creazione di proprie strategie di regolazione cognitiva:
    ad esempio fissare come obiettivo quello di memorizzare la coniugazione di almeno tre verbi in un’ora di tempo. Il bambino potrebbe sapere che riesce a memorizzare con più facilità attraverso il canale uditivo (memorizza più facilmente quello che ascolta, piuttosto che quello che legge), quindi decide di servirsi di una sintesi vocale per ascoltare le coniugazioni dei verbi;
  • tenere conto delle variabili psicologiche sottostanti, ovvero autostima, autoefficacia e motivazione:
    ad esempio fornire allo studente incentivi strettamente associati ai miglioramenti oppure ai successi raggiunti, ad ogni incentivo associare un messaggio di riconoscimento e valorizzazione psicologica, ridurre gradatamente gli incentivi materiali, incoraggiare gli studenti ad autorinforzare i propri progressi con osservazioni del tipo “ho fatto davvero un buon lavoro!”.
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