Diabete mellito

Definizione della patologia

Il diabete mellito è un’importante e grave patologia caratterizzata da elevati livelli di glucosio nel sangue; viene comunemente classificato in 2 forme:

a) Diabete di Tipo I,tipico dell’età giovanile;

b) Diabete di Tipo II , tipico dell’età più avanzata.

La diagnosi viene posta sulla base dei valori di glicemia sia basali sia dopo carico orale di glucosio.

Dimensione del problema

Nel nostro paese circa l’8% della popolazione è affetta da diabete, ma il dato più significativo e purtroppo più grave è che esiste una notevole quantità di pazienti affetti da questa condizione morbosa non ancora diagnosticati.

La sintomatologia che accompagna, solo talvolta, la comparsa del diabete è costituita da: glicosuria, poliuria, polidipsia, astenia; può essere facilmente eliminata dalle misure terapeutiche prontamente adottate come dieta e terapia ipoglicemizzante, sia orale che con insulina a seconda delle indicazioni, tanto che il paziente può rapidamente recuperare una situazione di apparente benessere e di controllo della situazione morbosa.

Lo studio della storia naturale della malattia ha dimostrato la comparsa di una serie di complicanze croniche, cosicché ci si è potuti convincere che rendere asintomatico il paziente non è l’obiettivo sufficiente ed unico da raggiungere.

E’ così iniziata, nel corso degli anni, un’importante fase di ricerca volta a riconoscere la patogenesi delle complicanze e ad individuare le modalità per prevenirle e trattarle.

Le principali complicanze croniche del diabete sono: cecità, insufficienza renale, cardiopatia ischemica, ictus, amputazioni di arti.

Lo studio delle cause di questa serie di gravi condizioni ed il tentativo di identificare gli individui maggiormente esposti al rischio di svilupparle, mettendo a punto dei trattamenti efficaci, sono diventati negli ultimi anni delle importantissime priorità per i diabetologi.

Numerosi studi prospettici hanno dimostrato come l’ottenimento ed il mantenimento di un livello glicemico prossimo alla normalità siano in grado di ritardare l’esordio delle complicanze e di ritardarne la progressione.

La disponibilità negli anni più recenti di strumenti atti al controllo della glicemia presso il proprio domicilio e l’uso delle cosiddette “penne” per l’iniezione di insulina, insieme allo sviluppo di diverse classi di ipoglicemizzanti orali ha messo a disposizione dei pazienti diabetici e dei medici che li assistono tutto quanto è necessario per raggiungere un importante obiettivo, ovvero l’ottimizzazione del controllo metabolico.

Ne deriva che ogni diabetologo debba sempre considerare, come priorità, che il suo obiettivo principale sia quello non solo di curare ma, soprattutto, di individuare, all’interno di una popolazione, i soggetti a rischio di sviluppare questa grave patologia.

Il paziente che scopre di essere diabetico, infatti, diventa il più delle volte depresso, vulnerabile, timoroso di quello che gli potrebbe succedere e incapace di credere che il diabete sia una malattia per la quale c’è un rimedio, bisogna solo affrontare la situazione, affidarsi ad uno specialista che trasmetta anche sicurezza, fiducia, dopodiché può perfettamente essere in grado di riprendere la propria consueta attività lavorativa e sociale, purchè il paziente non dovrà dimenticare l’assoluta necessità di sottoporsi a periodici controlli cardiologici, oculistici, vascolari, neurologici, con ripetizione annuale e/o semestrale.